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Solanum melongena L.

Famiglia:Solanacee

Origine geografica: India

Etimologia: il nome della melanzana deriva da “mela insana” in quanto si pensava fosse che il consumo dei frutti fosse dannoso alla salute

Produzione media: 25-30 t/ha (pieno campo) e 35-50 t/ha (serra)

Caratteri botanici della melanzana:

  • Pianta con fusto eretto, erbaceo o parzialmente lignificato (suffrutice), ramificato
  • Altezza: in media 70-80 cm (può superare anche 100 cm)
  • Foglie: ampie, pelose (tomentose) sopra e glabre sotto
  • Fiori: ermafroditi (con organi maschili e femminili insieme) piuttosto grandi, rispetto alle altre solanacee, con petali di colore violetto
  • Frutto: è una bacca ricca di semi a maturità e rappresenta la parte edule; il colore varia dal bianco al violetto intenso e la forma può essere tonda, ovale o allungata

Ciclo biologico della melanzana: può durare anche molto a lungo e in condizioni normali si conclude dopo 150-180 giorni e anche più; si divide in due fasi:

  1. Fase vegetativa: và dal trapianto alla comparsa del primo fiore (durata variabile da 50 a 80 giorni)
  2. Fase produttiva: riguarda i processi riproduttivi (durata variabile)

La prima raccolta si ha dopo circa 80-90 giorni dal trapianto

Esigenze ambientali della melanzana:

  • Clima: è tipica pianta degli ambienti a clima temperato-caldo ed è fra le solanacee (es. pomodoro, peperone, patata) quella con le più elevate esigenze termiche; teme il freddo e l’umidità (ottimale 65-75%)
  • Temperature: quelle favorevoli all’accrescimento vanno tra i 15-18°C di notte e 22-26°C di giorno
    • 25-32°C avvantaggiano la crescita della pianta nelle prime fasi di crescita
    • 18°C ottimali per l’accrescimento delle radici
    • 20°C per la fecondazione del fiore
    • 36-40°C hanno effetti negativi
    • 9-10°C temperatura minima biologica nella quale cessa ogni attività vegetativa
    • Sotto i 14°C la crescita viene rallentata
    • Sotto 0-2°C si ha un danno irreversibile con possibile morte della pianta
  • Luce: mal si adatta ad una ridotta intensità luminosa che può esercitare effetti negativi sulla fruttificazione
  • Terreno: ampia adattabilità ma garantisce i migliori risultati in terreni sciolti (prevalenza della sabbia sull’argilla), soffici e con elevata capacità idrica; ottimi risultati in terreni molto fertili e ricchi in sostanza organica; preferisce terreni a reazione neutra o sub-acida (pH 5,5-7,2); tollera anche elevate salinità del terreno ma più questa aumenta più le rese diminuiscono; sfavorevoli i terreni compatti

Cure colturali della melanzana:

  • Lavori preparatori del terreno: effettuare lavorazioni ad una profondità di almeno 40 cm in maniera da renderlo soffice
  • Pacciamatura: si può coprire il terreno con teli di materiale plastico opachi alla luce (anche degradabili) o con paglia.
  • Irrigazioni: più resistente alla siccità delle altre solanacee; nella fase di fruttificazione richiede apporti di acqua costanti per l’elevata traspirazione; quando si annaffia bisogna evitare di bagnare le foglie per evitare lo sviluppo di malattie fungine ed eventuali ustioni ai frutti per l’effetto lente delle gocce; in condizioni di stress idrici i frutti risultano più piccoli e possono acquisire un sapore amaro e piccante; da preferire l’impianto di irrigazione a goccia
  • Concimazioni: le esigenze nutritive della melanzana sono elevate soprattutto nella fase di maturazione. Cresce molto bene nei terreni fertili e ricchi di sostanza organica. Oltre all’azoto, fosforo e potassio anche il calcio e il magnesio rivestono notevole importanza. Pure i microelementi come rame, boro e manganese sono richiesti in maniera significativa dalla pianta anche se a dosi ridotte. Se il terreno dove deve essere coltivata non è fertile bisogna apportare elementi nutritivi in quantità elevate anche sottoforma di sostanza organica (in autunno apportare letame maturo o compost alle dosi di 30-50 q/1000 mq).

Esempio piano di concimazione: dosi per 1000 mq

* i dati riportati sono puramente indicativi e possono dare origine a produzioni diverse nei vari terreni (con le varie acque di irrigazione) e nelle varie località.

  • Prima del trapianto, se possibile, si possono apportare nitrato ammonico al 26% (25 kg/1000mq), perfosfato triplo (17 kg/1000 mq) e solfato di potassio (48 kg/1000 mq). Poi, in copertura, bisogna apportare i concimi come descritto di seguito:
  • Dopo il trapianto:

1) Prima fase: dal trapianto fino a che il frutto raggiunge le dimensioni di una noce.

  • nitrato di calcio 2 kg
  • urea fosfato (acidifica) 1 kg
  • nitrato di magnesio 1 kg
  • ferro orto-orto al 6% dosi riportate in etichetta
  • microelementi dosi riportate in etichetta

irrigare una volta con acqua pulita e una volta acqua concimata

2) Seconda fase: da quando il frutto raggiunge le dimensioni di una noce fino a 15 giorni prima della raccolta (cioè fin quando il frutto è poco più piccolo delle dimensioni di commercializzazione).

  • nitrato di calcio 1 kg
  • urea fosfato (acidifica) 500 g
  • nitrato di potassio 2,5 kg
  • nitrato di magnesio 200 g
  • ferro orto-orto EDDHA al 6% dosi riportate in etichetta
  • microelementi dosi riportate in etichetta

irrigare una volta con acqua pulita e una volta acqua concimata

3) Terza fase: poco prima della raccolta e per tutta la fase di raccolta.

  • urea fosfato (acidifica) 500 g
  • nitrato di potassio 2 kg
  • solfato di potassio 1 kg
  • solfato di magnesio 200 g
  • ferro orto-orto al 6% dosi riportate in etichetta
  • microelementi dosi riportate in etichetta

irrigare una volta con acqua pulita e una volta acqua concimata

Dopo la prima raccolta si ripete la seconda fase di concimazione alternata alla terza fase.

Avvicendamento: può essere preceduta o seguita da tutte le colture da orto a ciclo vernino-primaverile; essendo una coltura molto “vorace” dopo l’estirpazione bisogna reintegrare gli elementi nutritivi per soddisfare le esigenze delle colture successive

Consociazioni: assumono rilievo solo negli orti sub-urbani e familiari; favorevole la coltivazione insieme a cavoli, finocchi e lattughe.

Trapianto della melanzana:

  • Densità di impianto:
    • in serra: 1,5-2 piante/mq
    • in pieno campo: 2,5-3 piante/mq
  • Investimento unitario:
    • tra le file: 80-120 cm
    • sulla fila: 40-60 cm
  • Epoca trapianto:
    • in serra: trapianti tutto l’anno
    • in pieno campo: primavera (in corrispondenza delle prime temperature miti sopra 15-16°C) ed estate; in Sicilia e nel Sud Italia non prima di aprile; usare, eventualmente, piantine innestate nei periodi più freddi

Potatura verde della melanzana:

  • sfogliatura: consiste nell’eliminazione delle foglie basali ingiallite, quelle a contatto con il terreno che possono essere veicolo di malattie fungine in quanto impediscono una buona areazione della vegetazione
  • scacchiatura: eliminazione dei germogli laterali; può interessare:
    • i germogli basali spesso sterili (sfemminellatura)
    • alcune ramificazioni per contenere l’accrescimento della pianta
  • cimatura: eliminazione di alcuni apici vegetativi per favorire un più veloce ingrossamento dei frutti presenti oppure, effettuata poco dopo il trapianto (da effettuare sopra la seconda-terza foglia vera) per stimolare l’accrescimento di germogli ascellari per allevare la pianta a 2-3 teste; in quest’ultimo caso la pianta potrebbe avere bisogno di sostegni e andrà messa più larga al momento del trapianto
  • potatura di fine ciclo: consiste nella eliminazione, a fine ciclo produttivo, delle ramificazioni principali al fine di stimolare la pianta all’emissione di nuovi germogli per ringiovanire la pianta e avviare una nuova produzione; in questo caso bisogna irrigare e concimare (con azoto) abbondantemente

Scacchiatura e cimatura sono consigliate in serra dove la pianta dimostra maggiore vigoria

La potatura verde porta ad una minore produzione, non induce precocità significative ma migliora lo stato sanitario delle piante

Sostegni nella melanzana:

  • In pieno campo: l’ancoraggio ai sostegni è poco frequente perché la pianta, normalmente, si sorregge bene da sola; da adottare solo in caso di varietà molto vigorose (es. Seta, Baffa)
  • In serra: l’impiego di tutori potrebbe essere necessario per evitare la rottura di rami poco solidi (in serra la lignificazione è molto ridotta) sotto il peso dei frutti, mediante fili metallici o spaghi in materiale plastico

Trattamento dei fiori di melanzana con fitoregolatori:

Hanno funzione allegante (passaggio da fiore a frutticino) e sono importanti nei casi in cui non può avvenire la normale fecondazione:

  • basse temperature
  • eccesso di umidità
  • difficoltà nel trasporto del polline (specialmente in serra) per mancanza di vento o insetti pronubi

In questi casi possono aversi frutti deformi o di piccole dimensioni

Per superare questi inconvenienti (frequenti in serra e non in pieno campo) si possono irrorare i fiori aperti con soluzioni a base di ormoni vegetali (auxine) alle dosi di circa 50 ppm (mg/l). Controllare sempre la dose consigliata in etichetta. Fare solo in serra.

Raccolta della melanzana:

  • Epoca di raccolta: dopo 12-16 settimane dal trapianto
  • Produzione: circa 30-35 kg ogni 10 mq
  • Di solito, in condizioni ordinarie, i frutti raggiungono la piena maturazione dopo 3-4 settimane dall’allegagione (inizio formazione del frutticino).
  • Il frutto maturo si presenta di colore intenso e brillante.
  • La raccolta è scalare
  • La maturazione ottimale dura poco e se le bacche non vengono raccolte subito non sono più utilizzabili (perdita lucentezza della buccia che esteriormente diventa giallastra, polpa fibrosa e cuoiosa, numerosi semi induriti)
  • Il frutto deve essere raccolto con l’ausilio di forbici, evitando lacerazioni alla pianta e tagliando il peduncolo rasente al fusto
  • Il frutto, dopo la raccolta, non può essere conservato a lungo per l’intensa attività metabolica dei suoi tessuti
  • Non conservare a temperature inferiori a 8-9°C e per più di 15 giorni in quanto il frutto si rovina

Alimentazione con la melanzana:

  • Le melanzane non trovano utilizzazione allo stato crudo
  • Cotte rappresentano un costituente fondamentale di molti piatti tipici della cucina mediterranea:
    • Parmigiana
    • Caponate
    • Trance fritte sulla pasta al pomodoro
    • Sottaceto
    • Sottolio

Avversità:

  • Fisiopatie:

    • Basse temperature: nella fase di trapianto in campo possono determinare necrosi dei tessuti (posticipare il trapianto se ancora le temperature si aggirano sotto i 16°C) mentre nella fase di fioritura ostacolano la fecondazione
    • Alte temperature: soprattutto se accompagnate da carenza idrica, alterano le caratteristiche organolettiche del frutto e inducono depigmentazione della buccia
  • Parassiti animali:
    • Insetti:
      • Dorifora (Leptinotarsa decemlineata): apparato fogliare divorato da larve globose di colore rosso aranciato e da adulti gialli striati di nero. Trattare con: Bacillus thuringensis var. tenebrionis e kurstaki, Deltametrina, Thiacloprid, Thiametoxam, Acetamiprid, Imidacloprid, Lufenuron.
      • Afidi (Myzus persicae, Aphis gossypii, ecc.): fiori e foglie infestati da afidi. Intervenire con: Pirimicarb, Acetamiprid, Imidacloprid, Thiametoxam, Azadiractina.
      • Nottue (larve): perforazione sui fruttida parte di larve. Trattare con Indoxacarb e Spinosad.
      • Mosca minatrice (Lyriomiza huidobrensis): strette e lunghe mine scavate all’interno della lamina fogliare. Trattare con Ciromazina, Abamectina, Azadiractina.
      • Tripide occidentale (Frankliniella occidentalis): moltitudine di tacche puntiformi, con successiva necrosi dei tessuti causate da tripidi di colore giallo macchiati di bruno. Possono causare la deformazione dei frutti (talora bifidi). Trattare con: Acrinatrina, Lufenuron, deltametrina, Azadiractina, Spinosad.
      • Aleirodidi o farfallina bianca (Bemisia tabaci, Trialeurodes vaporariorum): foglie imbrattate, ingiallite o avvizzite, infestate sulla pagina inferiore da minuscoli insetti di colore bianco candido e dalle uova ovali giallastre. Trattare con Buprofezin, Imidacloprid, Pimetrozine, Azadiractina, Acetamiprid, Thiacloprid, Thiametoxam, Pyriproxyfen.
    • Acari:
      • Ragnetto rosso (Tetranycus urticae): bronzatura fogliare e necrosi puntiformi causate da acari di colore rossastro. Trattare con: Extiazox, Fenazaquin, Fenpiroximate, Tebufenpirad, Abamectina.
    • Nematodi: attaccano l’apparato radicale con formazione di galle. Effettuare una geodisinfestazione o utilizzare piante innestate
    • Lumache: Erosioni e perforazioni ovaleggianti. Esche a base di Metaldeide o Methiocarb.
  • Parassiti fungini:
    • Cancrena pedale (Phytophthora nicotianae v. parasitica, Ph. capsici): repentino avvizzimento e morte delle piante. Presenza di un area depressa e necrotica di colore verde livido. Ricorrere ad ampie rotazioni; trattamenti con Sali rameici e Propamocarb.
    • Marciume del colletto (Didymella lycopersici, Phoma lycopersici): necrosi, marciume e sfaldamento dei tessuti corticali del colletto e della parte interna del fusto. Presenza di piccoli punti neri (picnidi) sulle parti colpite. Ricorrere ad ampie rotazioni. Intervenire con trattamenti diretti al colletto delle piante con Sali rameici, Thiram, Dicloran.
    • Violatura dei frutti (Colletotrichum coccoides): tacche depresse sui frutti con formazione successiva di ampie macchie marcescenti. Trattare con Sali di Rame.
    • Alternariosi (Alternaria porri f.sp. solani): macchie necrotiche con contorno irregolare o rotondeggiante, lacerate al centro, con zonature concentriche. Ricorrere ad ampie rotazioni. Trattamenti fogliari con Iprodione, Sali rameici, Azoxystrobin.
    • Botrite (Botriotyna fuckeliana, Botrytis cinerea): disseccamento dei fiori. Con andamento climatico umido fiori e frutti si ricoprono di muffa grigia.
    • Tracheoverticilliosi (Verticillium arbo-atrum, V. dahliae): disseccamenti prima limitati ai settori delle foglie più vecchie quindi generalizzati. Il fusto sezionato presenta imbrunimenti dei vasi legnosi. Ricorrere ad ampie rotazioni. Disinfezione del terreno. Usare piante innestate su Solanum torvum. Estirpare e distruggere le piante malate.
  • Virus (AMV - Virus del Mosaico dell’Erba medica): mosaicatura fogliare bianco-giallastra o giallo brillante. Estirpare le piante con tali sintomi. Lotta ai vettori (afidi) per limitare la diffusione della malattia.
  • Batteri (Pseudomonas solanacearum): lotta ai vettori (nematodi).

Per approfondimenti sulle malattie della melanzana clicca sul link sottostante:

http://www.fitodifesa.it/orticole/145-melanzana.html

Glossario

  • Intervento di taglio (potatura) sulla vegetazione tenera; si esegue staccando la cima di un getto

  • Copertura della superficie del terreno con materiali che ostacolano la crescita delle erbe infestanti. Nell'orto il materiale migliore è sicuramente la paglia (a volte viene utilizzata anche la carta). È possibile usare anche telo o film plastico nero, praticando dei fori in corrispondenza delle piantine. In estate questo materiale surriscalda molto il terreno (solarizzazione), svolgendo anche un ruolo di disinfestazione dagli inset­ti terricoli. Ma attenzione: alcune piante sono sensibili al terreno troppo caldo e appassiscono velocemente.

  • Lavorazione del terreno con la quale si mira in genere a eliminare le erbe infestanti, a smuovere la "crosta" superficiale del suolo e ad aumentare la terra intorno alla base del fusto delle piante coltivate.

  • Eliminazione del polloni per evitare un'eccessivo dispendio energetico alla pianta

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