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Indivia riccia
indivia riccia il giardino delle meraviglie
Indivie, Lattughe, Finocchi

riccia

Indivia

Colore e sapore intenso

Disponibile nei mesi

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L'indivia o endivia riccia forma un cespo eretto con foglie arricciate di colore verde e cuore bianco. SI presta molto bene alla legatura per le foglie erette ed allungate e presenta anche un ottimo volume e consistente peso specifico. Questa varietà possiede un elevata capacità di autoimbiancamento del cuore. Il sapore tendente all'amaro e la croccantezza delle foglie rendono questo ortaggio un ingrediente principale nella insalate miste o insalatoni.

Informazioni nutrizionali: apporta vitamina A e C. Ha inoltre un alto contenuto di Ferro.

Scheda Tecnica

  • Crescita
    vigorosa
  • Peso medio
    400 gr
  • Colore alla raccolta
    verde intenso, con centro imbiancato
  • Destinazione
    consumo fresco
  • Uso in cucina
    Consumata fresca in insalate singole e miste.

Indicazioni per la coltivazione

IL TERRENO: sciolto (non troppo compatto) e molto fertile (ben dotato di sostanza organica). Questo gruppo di piante preferisce un pH 6,7-7 con una idonea dotazione di calcio. Terreni acidi o salini non sono adatti.

LA CONCIMAZIONE DI BASE: Si sconsiglia la concimazione organica (letame, ecc.) poco prima del trapianto e soprattutto a ridosso del periodo autunno-invernale. Tale concimazione va apportata molto anticipatamente rispetto al trapianto e preferibilmente alla coltura precedente se trattasi di ortaggi non suscettibili all’accumulo di nitrati. Si possono apportare pre-impianto fosforo e potassio.

LE ESIGENZE CLIMATICHE: le insalate preferiscono un clima temperato con temperatura media di 15-18°C e minima di 6-8°C. Nelle zone a clima mite si possono allevare tutto l’anno in pieno campo.

IL TRAPIANTO:  da effettuarsi nelle ore più fresche della giornata. Umettare bene la zolletta prima dell'impianto al suolo e irrigare leggermente il terreno per facilitare l'attecchimento. Delle insalate và piantata solo la zolletta evitando l’interramento del colletto per impedire che si verifichino ripercussioni negative sulla qualità del prodotto.

LA DISTANZA: 20-35 cm sulla fila, ossia tra una pianta e l’altra; 35-50 cm tra le file per il transito.

LE CURE COLTURALI: eliminare costantemente le erbe spontanee (a mano o con sarchiatore) in prossimità delle piante coltivate in quanto competono con queste per le risorse e sono fonti di inoculo di numerose malattie. Per evitare la comparsa delle infestanti risulta efficace l’utilizzo della pacciamatura, con paglia o con film plastici bianchi sopra e neri sotto, che in alcuni casi può pure indurre aumenti di produzione.

LE IRRIGAZIONI: si consiglia, per una migliore gestione e un risparmio idrico, l’impianto a goccia con manichetta forata che evita di bagnare la vegetazione riducendo le problematiche fitosanitarie. Considerato il loro apparato radicale superficiale, questo gruppo di piante richiede annaffiature frequenti evitando eccessi e squilibri idrici mantenendo costante il livello di umidità nel terreno se si vogliono ottenere delle buone produzioni. Irrigare al mattino. Nei periodi caldi e secchi effettuare irrigazioni leggere e frequenti per aumentare l’umidità dell’aria e ridurre la temperatura delle piante.

LE CONCIMAZIONI DI COPERTURA: ogni 7-10 giorni nutrire la pianta con concimi minerali equilibrati contenenti azoto, fosforo, potassio, ferro, magnesio, calcio e microelementi. Seppure piante esigenti di azoto, utile per la formazione delle foglie, è bene evitare eccessi di questo elemento che rendono la pianta più sensibile alle malattie e possono portare ad un accumulo di nitrati nelle foglie. I nitrati, se presenti in quantità eccessive, portano alla formazione di sostanze ritenute pericolose per la salute del consumatore. Una concimazione equilibrata ed una tecnica colturale adeguata limitano questo accumulo. Le soluzioni: 1) frazionare nel tempo concimazioni azotate per evitare che eccessi portino all’accumulo di nitrati nei tessuti; 2) adottare densità colturali non troppo elevate e esporre le piante, per tutto l’arco della giornata, a pieno sole (sud) per dare alle piante più luce; 3) interrompere le concimazioni azotate qualche settimana prima della raccolta per far smaltire alla pianta eventuali eccessi; 4) raccogliere i cespi in concomitanza di giornate soleggiate e preferibilmente la sera in quanto la pianta smaltisce più nitrati.

GLI AVVICENDAMENTI: si sconsiglia la coltura ripetuta oltre i 3 anni sulla stessa porzione di terreno per non incorrere a danni dovuti agli attacchi di parassiti.

LA RACCOLTA: va fatta quando il cespo raggiunge le dimensioni ottimali tipiche della varietà. Il cespo nelle varietà a rosetta e il grumolo nelle varietà incappucciate vanno raccolti con un taglio netto alla base del piede (colletto) con successiva eliminazione delle foglie più esterne. Le lattughe cappuccio pronte per la raccolta se pressate tra le mani non si comprimono (se immature si deformano). Il ciclo colturale varia da 40 a 120 giorni dal trapianto a seconda del periodo (temperatura e lunghezza del giorno) e della varietà. Possono conservarsi in frigo per 1-2 settimane ma il dato varia in base alle diverse tipologie e varietà.

IMBIANCHIMENTO: i cespi di certe insalate, come ad esempio alcune varietà di radicchio, si pongono dopo la raccolta in ambienti idonei per 7-15 giorni a 10-15°C, in assenza di luce, divenendo croccanti e friabili, di sapore delicatamente amarognolo con nervature fogliari bianche (prive di clorofilla) e le lamine del colore intenso tipico della varietà. Oppure per alcune indivie vanno legati i cespi per rendere più tenere, chiare e croccanti le foglie interne.

Malattie: per informazioni e cura delle piante di lattuga e indivia clicca qui 

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